I rischi per la salute presenti nei cantieri edili sono legati al tipo di lavorazioni svolte dai lavoratori e all'ambiente in cui vengono effettuate. Oltre ai rischi infortunistici, i lavoratori del settore edile sono esposti a differenti malattie professionali, tra le quali le più pericolose e frequenti sono quelle che danneggiano le vie respiratorie, quali le broncopneumopatie croniche, l'asma bronchiale professionale, il cancro ai polmoni e la silicosi. L'emissione nell'ambiente di fattori inquinanti dipende dal tipo di processo in cui è coinvolto il lavoratore, dal tipo di apparecchiatura utilizzata e dal materiale lavorato. Spesso, inoltre, chi opera in cantiere è soggetto all'esposizione a sostanze tossiche e nocive che penetrano nell'organismo per ingestione, contatto cutaneo e inalazione di fumi, nebbie, gas, vapori e polveri di varia natura (come silice, amianto, fibre minerali e polveri di legno). Il cemento e alcuni prodotti utilizzati in edilizia contengono pietra di silice e polveri di silice. In seguito all'inalazione di queste ultime, si formano dei noduli dove il tessuto del polmone cicatrizza. Quando i noduli si ingrossano troppo la respirazione diventa difficoltosa e si possono verificare delle conseguenze gravi per la salute. Le attività che comportano l'esposizione dei lavoratori alla silice per via respiratoria sono: martellamento e trapanamento di pietre, carico e scarico di pietre, preparazione di malte cementizie e calcestruzzi, operazioni di sabbiatura delle facciate quando si usa silice come abrasivo, sabbiatura di calcestruzzo (indipendentemente dall'abrasivo utilizzato), demolizione di strutture in cemento e muratura, pulizia con acqua o aria pressurizzata di polvere di cemento, pietra, sabbia ecc. Il limite massimo al di sopra del quale la concentrazione di polvere nell'aria è considerata inaccettabile è pari a 10 mg/m3. Il DPR 1124/65, capo VIII, prevede per gli esposti a rischio di silicosi, la sorveglianza sanitaria non superiore a un anno. Il limite di esposizione raccomandato dal NIOSH (Istituto Americano per la Salute e Sicurezza sul Lavoro) per la silice cristallina respirabile è di 0,05 g/m3 (50 mg/m3) fino a dieci ore giornaliere durante un lavoro settimanale di quaranta ore. Le misure preventive per ridurre il rischio di silicosi privilegiano gli interventi alla fonte andando a sostituire, per esempio, la sabbia di silice o altre sostanze contenenti più dell'1% di silice cristallina (come i materiali abrasivi) con altri meno pericolosi, oppure bagnando con acqua i materiali da lavorare contenenti silice, per evitare la formazione di polveri. L'impiego dell'amianto è stato proibito dal D.Lgs. 277/91, per cui il rischio è presente solo durante le operazioni di rimozione dello stesso. In questo caso sono previste adeguate misure di prevenzione per salvaguardare la salute dei lavoratori esposti. Le fibre minerali artificiali, quali la lana di roccia o di vetro che vengono impiegate come isolanti termo-acustici, comportano l'irritazione delle vie respiratorie. Per tale motivo è necessario adottare le misure necessarie a prevenirne l'inalazione. Durante la posa in opera degli infissi e dei pavimenti in legno i lavoratori sono esposti all'inalazione di polveri delle specie lignee utilizzate e ai loro conservanti. I danni provocati alle vie respiratorie possono portare all'asma. Danni all'apparato respiratorio derivano anche dall'esposizione a materiali in grana minuta, o rilascianti fibre, o che possono dar luogo a sviluppo di polveri e gas: ad esempio, l'intossicazione causata dall'inalazione dei gas di scarico dei motori a combustione, di fumi, di ossidi (ossidi di zinco, di carbonio, di azoto, di piombo ecc.) tossici originati durante la combustione, la saldatura o il taglio termico di materiali di varia natura. Per tale motivo l'uso dei motori a combustione interna è vietato in ambienti chiusi o scarsamente ventilati, e ne viene consentito l'uso solo all'aperto o nei locali con un'adeguata ventilazione (DPR 303/56 art. 20). Come si evince dai dati forniti dall'INAIL, il numero dei casi di malattie a carico dell'apparato respiratorio è diminuito sensibilmente (dal 16,3% del 1976 al 3,7% del 1994). E’ importante effettuare una valutazione dei rischi che tenga conto delle sostanze tossiche utilizzate, prestando attenzione a quanto indicato nell'etichettatura e alle schede di sicurezza allegate. In particolare è bene fare attenzione che sulle etichette non siano presenti le seguenti frasi di rischio R:
- R40: possibilità di effetti irreversibili;
- R45: può provocare il cancro;
- R49: può provocare il cancro per inalazione.
Altre indispensabili misure di prevenzione riguardano l'igiene personale: per esempio, si deve mangiare e bere lontano dalle zone di lavoro, avendo cura di lavarsi bene le mani ed eventualmente il viso alla fine delle lavorazioni. E bene, inoltre, indossare abiti da lavoro monouso o lavabili e, al termine del lavoro, fare una doccia e indossare abiti puliti, riponendo quelli da lavoro in armadi separati. Quando non è possibile intervenire per ridurre la concentrazione delle polveri, i lavoratori esposti a specifici rischi di inalazioni pericolose di gas, polveri o fumi nocivi devono avere a disposizione maschere respiratorie o altri dispositivi idonei, da conservarsi in luogo adatto facilmente accessibile e noto al personale, come prescritto dal DPR 547/55 art.387. Si devono inoltre attuare una serie di misure organizzative atte a ridurre i rischi(vedi schema in figura 1), come:
- analizzare quali possono essere le fonti dell'esposizione;
- scegliere materiali meno tossici rispetto ad altri;
- controllare i lavori e le modalità operative;
- prevedere adeguate protezioni respiratorie per i lavoratori;
- effettuare la valutazione dei rischi e programmare la sorveglianza sanitaria.
I dispositivi di protezione delle vie respiratorie possono essere apparecchi antipolvere e autorespiratori. Gli apparecchi antipolvere hanno un filtro che impedisce alla polvere, ai gas o ai vapori di passare all'interno della maschera. E’ necessario verificare, prima del loro utilizzo, la lettera che identifica il tipo di filtro, il campo di applicazione, la data di scadenza e le modalità di utilizzo. Gli autorespiratori devono essere utilizzati nei lavori di verniciatura a spruzzo nei casi in cui non sia presente un adeguato sistema di aspirazione, oppure in lavori sotterranei, in fiumi o in mare. Secondo quanto previstodall'art.3 del D.Lgs. 475/92, tutti i dispositivi di protezione individuale (DPI) devono essere forniti col marchio di conformità CE. In questo modo, infatti, si ha una maggiore garanzia sui requisiti essenziali di sicurezza, così come indicato nell'Allegato II del decreto. L'art.8 del D.Lgs.10/97 afferma inoltre che la marcatura CE deve essere apposta su ogni DPI in maniera visibile, leggibile e indelebile. Il fabbricante deve predisporre una dichiarazione di conformità per ciascun DPI, e dal 1/1/99 non possono essere utilizzati DPI non conformi alle disposizioni comunitarie, anche se in buono stato di conservazione.